domenica 31 ottobre 2010

Crema di zucca, patate, gamberetti e buon Samhain a tutte, stregacce!!!!

crema di zucca patate e gamberetti


Non so proprio come iniziare ... ecco ... forse forse ...... un guizzo ....
Fuori diluvia, nubi nere e cariche di pioggia si stanno riversando violentemente sulle povere foglie secche oramai cadute sull'erba da giorni. Un vento freddo e incessante sbatacchia gli infissi e io, dentro casa che sto intagliando zucche, incensando gli ambienti e preparando gli addobbi con i colori di Samhain, arancio e nero. La vita delle streghe è sempre più dura, specialmente di questi tempi, troppe cose da fare, da riparare e qualcuno da punire, anzi, molti. Sono anni da dimenticare, la crudeltà della gente spinge alla cattiveria, imbrogli, truffe in nome della legalità, omicidi, genocidi, tutte brutture che farebbero impallidire anche chi, come me, ha assistito, col passare dei secoli  a guerre e inquisizioni. A quei tempi si risolveva tutto con un bel giro di peste, oggigiorno c'è ben poco da rimediare, il morbo che si è incancrenito dentro di noi, è nel nostro cervello, nei nostri occhi, nelle nostre menti che vengono costantemente plagiate da quella scatola quadrata, ora anche in sedici noni, chiamata televisione .... Troppo potente anche per noi povere streghe, le nostre pozioni sono inadeguate, troppo deboli, stantie .... La fantasia è morta, la fanciullezza è crepata, l'innocenza è già bella che seppellita ... Che dire oltre, care sorelle, se le nostre magie non funzionano più??? Non diamoci per vinte! Stasera più che mai, inforchiamo le nostre care e vecchie scope, voliamo piu' in alto delle nubi stesse nonostante la pioggia e pisciamo in testa a tutti coloro che cercano di plagiare i nostri figli, il nostro futuro, la nostra vita!!! Ma per chi non se la sentisse, va bene anche una bella cena con gli amici, la famiglia e i parenti ^__^ . Per l'occasione mi sono anticipata preparando una  crema a base di zucca mantovana, patate e gamberetti, dei crumble zucca groviera e speck,  e dei deliziosetti plum cake sempre a base di zucca e mandorle ... Le zucche che vedete nelle foto non sono commestibili, vengono solo adoperate per decorare gli ambienti, quindi non compratele assolutamente per mangiarle! Buon Samhain dunque, e ricordate, una candela fuori dalla finestra insieme a un bel piattino di leccornie, piccolo accorgimento per lasciare fuori di casa eventuali spiriti maligni .... ^___^ 

zucche


Crema di zucca, patate & gamberetti


Ingredienti (x 4 ps.):

  • 300 gr. di patate
  • 500 gr. di polpa di zucca mantovana
  • 30 gr. di burro
  • 300 gr. di gamberetti già puliti (non scegliete quelli troppo piccoli)
  •  1/2 scalogno
  • prezzemolo fresco (qb)
  • olio evo/sale/pepe

Tagliare la zucca e le patate a pezzi dopo averle pulite e lavate. Rosolare lo scalogno sminuzzato nel burro per pochi minuti ed aggiungere le patate e la zucca, far insaporire per qualche minuto dopodiché salare e aggiungere 750 gr. di acqua calda. Cuocere per 30' circa affinché le verdure non risulteranno ben cotte. Nel frattempo cuocere i gamberetti in un filo d'olio d'oliva aggiustandoli di sale. Frullare la zuppa ancora calda nel mixer, aggiustare di sale e pepe. Se risultasse troppo densa aggiungere altra acqua calda. Versare la crema nelle ciotoline, distribuite alcuni gamberetti, del prezzemolo fresco tritato e un filo d'olio evo.
Ricette presa ma rielaborata dalla sotto scritta dalla rivista "più cucina".

    zucca

    Vagando nel web, mi sono imbattuta in questo delizioso racconto scritto da Antonio Bruno, si intitola "Susan, a Samhain", mi è piaciuto un sacco e ho deciso di condividerlo con tutte voi, quindi se avete dieci minuti di tempo vi consiglio di leggerlo .... Bacioni e buon Samhain, stregacce!!!!!
    "Susan, a Samhain"
    di
    Antonio Bruno
     
    "Il rosso e l’oro sembravano essersi impossessati della Terra, con le loro pacate o sferzanti pennellate mosse dal vento d’autunno… Gli alberi dei parchi cittadini e gli alti faggi che delimitavano i viali avevano ormai da qualche settimana iniziato nuovamente il loro annuale rito di speciale policromia stagionale inviando su tetti ed asfalti migliaia di loro "messaggere": passate cantanti di primavera, foglie che, solo qualche mese prima, erano rigogliose e verdi, nella danza armonica di fusione con il cielo, di anelito alla stella della vita che gli uomini chiamano Sole……
    Chi dice che l’autunno è una stagione triste o malinconica non ha capito nulla della magia perennemente vitale delle stagioni, che sono il respiro della natura. L’autunno è come una musica barocca, ed i suoi florilegi di colori caldi - di foglie o ricci di ippocastano che preludono a più intime introspezioni domestiche che ben presto porteranno gli uomini a sentire il bene atavico della dimora protettrice, cadendo a terra, o facendosi trasportare nell’aria, lontano - mi ricordano le scale armoniche di Vivaldi, di Bach o di Telemann…
    Susan Woodhouse era una bimba che queste cose le aveva sempre sentite, fin da quando aveva pochi anni: sembrava che, d’autunno, il suo giovane spirito si animasse di una strana euforia e provasse un grande piacere nel tuffarsi nei cumuli di foglie morte accatastate dagli spazzini o nel raccogliere ricci di ippocastano da terra, incurante delle punture che spesso martoriavano le sue manine. La sua cittadina era una tipica cittadina inglese, ordinata e borghese ma con la fortuna di essere immersa in una natura dolce e bellissima, in una terra che nasconde, forse, il mistero della vita intima, profonda, del nostro intero pianeta; credo che questo mistero fosse conosciuto ed onorato dai nostri progenitori, quando il tempo non era malato di apparenza e l’uomo non aveva ancora abbruttito sé stesso con la schiavitù del solo visibile. Dalle parti di Susan, la gente conservava ancora, sepolto in qualche angolo delle memorie ataviche ereditate da generazioni di uomini che, di quella terra, vivevano, una sorta di innata consapevolezza, un discreto quanto spesso inconsapevole colloquio di elezione con gli "spiriti delle lande", con le forze nascoste che ne vivificavano la linfa.
    Susan sembrava essere venuta da quell’imprecisabile passato e, crescendo, quella sua strana predilezione per l’autunno, quella incontenibile euforia che la portava ad intrattenersi per ore nei parchi cittadini o nei boschi delle immediate vicinanze dell’agglomerato urbano, divenne sempre più una particolarità irrinunciabile della sua vita.
    Quando, poi, il calendario scandiva il trascorrere dei giorni in prossimità del fatidico 31 ottobre, Susan avvertiva quasi una frenesia incontenibile. Mentre le sue amichette ed i compagni di scuola si accontentavano di girare le strade bussando di porta in porta per il tradizionale gioco del "TRICK-OR-TREATING", nel rituale ricatto che perpetravano al distratto mondo degli adulti e si mascheravano da streghe, folletti, spiriti e scheletri, Susan, che a volte era stata quasi trascinata dai compagni in quella parodia che trovava essenzialmente banale, faceva risuonare nella sua mente l’antica cantilena:


    "A soul cake!
    A soul cake!
    Have mercy on all Christian souls, for
    A soul cake!"

    (Abbi pietà per tutte le anime Cristiane/per una torta dell'anima)

    A 11 anni, la bimba rispose al "richiamo" di Samhain… Non sapeva cosa fosse ma sentiva che quel nome era come una specie di chiave. L’aveva, forse, letto da qualche parte, in qualche libro di leggende che il papà gli aveva regalato nel fugace tempo dell’infanzia. Susan sembrava rapita, dai quei racconti.
    "Sei proprio una piccola strega, come tua mamma!…" - si divertiva a dirle Dick Woodhouse stuzzicandola giocherellando coi i suoi riccioli ramati incapace di non pensare alla madre di Susan, che un giorno la foresta gli aveva portato via…
    Quell’anno, la strana cantilena dello "Samhain" cominciò a risuonare ossessivamente quanto delicatamente nella testa della bambina tornando dal doposcuola, in quelle ore in cui il Sole sta per farsi accogliere dal grembo mistico della figlia Terra ed il vento fa danzare in muliebri mulinelli le foglie distese al suolo in fittizi tappeti.
    "Samhain"…… Samhain!"….. udì quell’anno nella mente allo scostare con i piedi dei cumuli di foglie. Era la sera del 31 ottobre. La bambina portava in una mano la cartella e, con l’ altra, sorreggeva una zucca contenente un cero acceso che le avevano dato a scuola e che avrebbe dovuto portare così fino a casa pena l’arrabbiatura degli spiriti malvagi… E la voglia di tornare a casa, quella sera, era davvero poca… Poi, la bambina si fermò, i piedini sommersi da onde screziate di rosso ed oro…
    Alzò lo sguardo alla sua destra, oltre i bassi filari di case e villette del suo tempo distratto, ed andò a perdersi nei boschi e nei declivi delle regioni a cavallo fra Wiltshire e Somerset… Restò così, assorta, per minuti indefinibili… poi le parve di vedere come delle lunghe mani protendersi da quegli alberi lontani e vicini al tempo stesso, mani che facevano un gesto armonico, sincronizzato ed inequivocabile: chiamavano Susan a sé…
    Chi era, ormai, in quel momento, Susan?… Perché lasciò cadere a terra la cartella ed assunse quella strana luce di sogno nei suoi grandi occhi verdi?… Non lo sapremo mai.
    "Samhain"… "Samhain!"… sentiva ripetutamente fuori e dentro di sé la bambina, come una cantilena che l’attirava irresistibilmente…
    Attraversò cortiletti privati e scavalcò piccoli muri di sassi antichi, posti su quei crinali chissà quanti secoli prima da uomini che conoscevano, forse, il segreto di quella voce.
    Attraversò campi di grano ormai giunti da tempo al termine del loro ciclo annuale e… si sentì vitalizzata, preda di un indescrivibile gioia, di un benessere tale da farla piangere…
    "Ah, papà, papà!… Perché non sei qui con me, ora?…", pensò Susan per un attimo.
    "Forse andiamo verso la casa di mamma… Io è… *so* che lei è là, Papà…."
    Ma, poi, quello strano salmodiare, quelle braccia magre, avvolte da panni sfrangiati, scuri, lunghi, la chiamarono ancor più irresistibilmente verso la boscaglia, sulle "Hill" che forse non avevano mai avuto niente a che fare con il mondo degli uomini…
    "Samhain"… "Samhain!"… E Susan alzò la zucca con il cero acceso al suo interno verso gli alti alberi che non le avrebbero fatto, ne era certa, alcun male…
    "Samhain"… "Samhain!"… E il sole calò dietro le "Hill"…
    Ogni anno, da allora, Dick Woodhouse, che non era mai riuscito a piangere per la scomparsa della sua unica figlia, si spinge fino ai limiti della cittadina in cui era nato e vissuto. Gli occhi sono sempre lucidi, velati da un pianto nobile e dolcissimo che nessuno poteva capire davvero. Ad un certo punto, l’uomo si ferma e guarda lontano, oltre le "Hill"… E’ allora che le sue labbra si piegano in un abbozzo di strano quanto sereno sorriso.
    "Samhain"… "Samhain!"… canta la voce di Susan da qualche parte, laggiù… Un’eco più lontana, di voce femminile, ripete le parole di Susan:
    "E’ Samhain, papà… Ti aspettiamo…"  

    - Antonio Bruno -


    Con questa ricetta partecipo al contest di Lucy del blog "Ti cucino così", scadenza 11 dicembre 2010.

    martedì 26 ottobre 2010

    Gnocchetti sardi con crema al radicchio, noci e vino rosso

    gnocchetti sardi con crema al radicchio, noci e vino rosso


    Diventa sempre più difficile trovare del tempo per poter scrivere su questo blog, arriverà il giorno che posterò solo foto e ricette? Speriamo di no, mi piace scambiare 4 chiacchiere con voi ma ho troppe cose da fare, lavorare, progetti da realizzare, persone da vedere, uscire, folleggiare, amare ... Ci vorrebbero delle giornate perlomeno di 48 ore, ma come si fa??? E io non ho figli, ho una gatta, delle volte anche ostile, che aspetta me per poter  giocare, mordermi, e graffiare ... Comunque cercherò di trovarlo questo benedetto tempo perché questo blog, questo angolino di paradiso e di bontà mi rasserena e in un certo modo mi completa ...  Ma passiamo al sodo, la scorsa domenica ho preparato questo primo piatto, insolito, dal sapore amarognolo e deciso, bello corposo, adattissimo a queste fredde giornate autunnali. Il radicchio di Treviso la fa da padrone, ma le noci spezzettate, lo scalogno e il burro smorzano un pochino il gusto amarognolo che lo contraddistingue. Enjoy! 

    gnocchetti sardi con crema al radicchio e noci

    Gnocchetti sardi con crema al radicchio, 
    noci e vino rosso


    Ingredienti (x 4 ps.):

    • 350 gr. di gnocchetti sardi
    • 3 cespi di radicchio trevisano
    • 3 scalogni
    • 1/2 bicchiere di vino rosso (corposo ma non troppo invecchiato)
    • 1/2 bicchiere di brodo vegetale
    • 20 gr. di burro
    • 20 gr. di noci sgusciate
    • 3 cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato
    • olio evo/sale/pepe (qb)

    Lavare e pulire il radicchio, tagliare le foglie a pezzetti. Tritare lo scalogno e soffriggerlo con un pochino d'olio, unire il radicchio, cuocerlo per pochi minuti, salare e pepare. Aggiungere il vino e lasciar cuocere finché il radicchio non si sarà quasi disfatto. Mettere il tutto in un mixer aggiungendo anche le noci e il brodo vegetale, frullare. Riversare il composto nel tegame utilizzato per cuocere io radicchio e fatelo restringere a fuoco medio, infine incorporatevi il burro a pezzettini. Scolare gli gnocchetti al dente e fateli saltare nel composto aggiungendo anche i 3 cucchiai di parmigiano. Servire caldi aggiungendo dei piccoli ciuffetti di radicchio, qualche gheriglio di noce e un filo di olio nuovo.
    Questa ricetta è stata presa da un vecchio libro "la pasta con le verdure" scritto da Miriam Ferrari e edito dalla Mondadori.   

    venerdì 22 ottobre 2010

    Il "Chocohotopots" di Nigella

    chocohotopots


    Personalmente io adoro questa donna che quando rientra in casa a notte fonda si fionda verso il frigorifero ingurgitando gran parte degli avanzi, mischiando pietanze e creando dei mix decisamente improponibili, che fa colazione sul taxi, che amalgama qualsiasi ingrediente con le mani e che presta poca importanza alle calorie sbattendosene altamente del suo grosso e ingombrante sedere. E poi è così deliziosamente british!! Trovo gran parte delle sue ricette molto interessanti, facili e veloci, la sua tecnica è molto approssimativa ma molto utile, semplice, diretta, proprio quello che serve a chi ha poco tempo per stare ai fornelli, molto molto vicina alla mia filosofia culinaria, ovviamente quando posso, cerco di alleggerire un pochino le sue ricette perché non sono una grande fan del burro (tranne che nei dolci), delle troppe spezie o dei prodotti in scatola, quindi, quando ho letto che sul web girava una raccolta delle sue ricette, non me lo sono fatto ripetere due volte e ho deciso di partecipare subito, trovandone per l'appunto una veramente deliziosa nella sua trasmissione sul Gambero Rosso Channel "Nigella Feasts". E' il "Chocohotopots", battezzato così dal figlio adolescente di Nigella, Bruno. In sostanza è un dolcetto al cioccolato monoporzione, fatto cuocere in delle cocotte, che ha una scorza abbastanza solida sulla superficie e un cuore interno soffice di cioccolato fondente. Gustosissimi e coccolosi, facilissimi da realizzare e di sicuro effetto.

    collage


    Chocohotopots (by Nigella)

    Ingredienti (x 4 cocotte di media grandezza)


    • 125 gr di gocce di cioccolato fondente
    • 125 gr. di burro morbido
    • 150 gr. di zucchero
    • 2 uova
    • 3 cucchiai di farina

    Sbattere le uova e aggiungere lo zucchero, la farina setacciata e il burro precedentemente sciolto in un pentolino (a fuoco lentissimo). Mescolare. Sciogliere a bagnomaria le gocce di cioccolato e unire al resto del composto che deve risultare morbidissimo. Ungere leggermente le cocotte, aggiungere la miscela e infornare a 200° per 20' circa, in sostanza si deve formare la crosticina sulla superficie.
    Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Masterchef, scadenza 31 dicembre 2010.


    Inoltre volevo ringraziare Shamira Gatta per questo dolcissimo premio che mi ha donato con questa simpatica motivazione: "Io trovo già incantevole il nome "Susina", e tutto nel suo blog è incantevole!!!!" Grazieeeeeeeeeeeeeeeee Shamiraaaaaaa!!!!!!!!!!!


    lunedì 18 ottobre 2010

    American Cupcakes per la campagna "Nastro Rosa"

    american cupcakes


    E' sempre bene ricordare, mille e mille volte ancora, quanto sia importante la prevenzione, non solo per quanto riguarda il tumore al seno ma anche per tutte le altre patologie, più o meno gravi. Ricordarsi che se in famiglia esistono casi di tumore i controlli vanno fatti frequentemente anche se si è ancora molto giovani. Di fare l'autopalpazione e una visita ginecologica o senologica perlomeno una volta l'anno; di mangiare sano, di non fumare, di non bere troppi alcolici e di cercare di fare più movimento possibile. Lo stile di vita nonché l'umore incide molto in alcune patologie specialmente in questa. Oggi, in  alcune piazze italiane, saranno presenti delle Unità Mobili dove verranno effettuate visite gratuite di diagnosi precoce al seno e, in alcuni centri specifici per la prevenzione, sarà possibile effettuare delle visite, sempre gratuite, durante tutto il mese di ottobre. Chiamate quindi i  numeri verdi delle vostre ASL di appartenenza e informatevi dove e quando è possibile effettuarle oppure collegatevi al sito della LILT

    cupcakes collage


    Per ricordare tutto ciò, le food bloggers che oggi aderiranno a questa campagna, hanno deciso di tingere il loro spazio web col colore rosa, proponendo ricette, foto di fiori, oggetti e quant'altro tutto rigorosamente a tema. Io ho pensato di realizzare la ricetta classica dei cupcakes americani, glassandoli appunto con una miscela a base di colorante alimentare rosso, burro e zucchero vanigliato dando vita ad un delizioso, soffice e golosissimo pasticcino tutto al "femminile". 
    Spero vi piacciono! Vi bacio tutte, donne, la forza primaria che fa girare il mondo ...

    cupcake in a pink frosting dress


     American Cupcakes

    Ingredienti (per i cupcakes):

    • 2 uova
    • 100 gr. di burro fuso
    • 110 gr. di zucchero
    • 140 gr. di farina 00
    • 30 ml di latte
    • 2 cucchiaini di lievito vanigliato
    • 1 cucchiaino di essenza di vaniglia

     Ingredienti (per la glassa):

    • 125 gr. di zucchero a velo vanigliato
    • 25 gr. di burro
    • 15 ml di latte
    • 1/2 cucchiaino di essenza di vaniglia
    • qualche goccia di colorante rosso alimentare
    • chicchini colorati

    Mescolare in una ciotola lo zucchero, la farina, il lievito, e in un altra il burro fuso, le uova precedentemente sbattute e l'essenza di vaniglia. Amalgamare i due composti e infine aggiungere il latte. Posizionare su di una teglia da forno dei pirottini di media grandezza per pasticcini, ungerli leggermente con del burro fuso e riempirli fino a circa la metà con il composto. Infornare i cupcakes a 180° (preriscaldato) per 12/15', sfornarli e lasciarli raffreddare. Nel frattempo preparare la glassa mettendo nel mixer il burro, il latte, lo zucchero e la vaniglia fino a ottenere una crema liscia e omogenea. Riempire la siringa con il composto e cominciare a decorare i cupcakes aggiungendo al top i chicchini colorati. Mettere in frigo (se non si consumano subito) e servirli a temperatura ambiente. Ho preso questa ricetta sul web, modificandola leggermente, se qualcuno ne riconosce la paternità è pregato di farmelo sapere in quanto non mi ricordo assolutamente in quale sito l'ho trovata.

    sabato 16 ottobre 2010

    World Bread Day 2010: Mediterranean Bread!

    Mediterranean Bread



    Quando mi è arrivato l'invito a partecipare al  5° "World Bread Day" non mi sono di certo tirata indietro. Gli altri anni, per un motivo o per un'altro, non ho partecipato anche se non  ricordo il perché, quindi, tra un impegno e un altro, e con largo anticipo, ho preparato questo delizioso e sofficissimo pane bianco farcito, usando la proverbiale farina del "Molino Spadoni" e qualche semplice ingrediente trovato in  frigo. Ho impastato con le mie manine, ho aspettato che lievitasse e poi ho infornato, delizioso!! Ottimo per merenda, per un aperitivo sfizioso o un picnic sull'erba (anche se non è stagione ...).
    Bacioni, come al solito frettolosi!!! ^^
    world bread day 2010

    Mediterranean Bread

    Ingredienti: 

    • 500 gr. di miscela pane bianco del "Molino Spadoni"
    • 1 bustina di lievito secco Spadoni (nella confezione)
    • 2 cucchiai di olio evo
    • 280 ml. di acqua tiepida
    • 100 gr. di pomodorini ciliegini semi secchi
    • 100 gr. di olive nere denocciolate
    • 50 gr. di capperi salati (sciacquati)
    • erba cipollina secca (qb)

    Mettere la farina in una boule, aggiungere il lievito, l'olio e l'acqua. Scolare i pomodorini, sciacquare i capperi e strizzarli, tagliare le olive a rondelle. Tritare gli altri ingredienti grossolanamente e aggiungerli alla farina. Impastare. Trasferire il tutto in uno stampo da plum cake rivestito di carta forno e far lievitare in un luogo caldo e asciutto per circa 3h e 15'. Infornare al forno caldo a 200°, posizionando lo stampo in basso nel forno  per 30' circa.




    Il "Pane Bianco" Molino Spadoni è una miscela a base di Farina di grano tenero Manitoba, per realizzare in casa pane genuino e leggero con ingredienti semplici e naturali. In ogni sacchetto sono contenute due bustine di lievito di birra secco attivo: sarà quindi sufficiente aggiungere acqua e olio per sfornare uno squisito pane bianco. Un prodotto veramente genuino, senza conservanti né grassi nocivi, per riscoprire il profumo e il gusto del pane appena sfornato. Un prezioso sacchetto da tenere sempre in dispensa.

    mercoledì 6 ottobre 2010

    Zuppa Lombarda o "zuppa per i lombardi", un classico della cucina toscana

    zuppa lombarda


    Con questa pazza stagione, un giorno è caldo l'altro è freddo, è difficile evitare quei fastidiosissimi malanni che ci fanno ricorrere a dosi spropositate di kleenex, propoli, o per accelerare il tutto, flebo di rinazina sparate direttamente nelle narici . La palestra salta, le cene tra amici saltano, al lavoro si soffre il doppio, si dorme con tre cuscini, le ossa sembrano rotte, si bevono cose improponibili come  latte caldo e il miele (bruttissima sensazione che ricorda il rigurgito caldo di un neonato!!). Il tutto per poter respirare come una persona normale evitando di entrare in uno stato di apnea diurna e notturna perenne chiedendo al medico, in uno stato catatonico simil a un malato di peste bubbonica: "ma si può morire di raffreddore???" (se poi lui ti risponde candido: "Si, teoricamente si"  bé, allora ditelo!!!!!!! :(((. Non so voi, ma quando mi viene il raffreddore questo mi accompagna amorevolmente per circa 10 giorni; quindi, con quell'aria vagamente decadente che potrebbe ricordare, nella migliore delle ipotesi, una vita vissuta ai margini della più disastrata periferia parigina alla fine dell'ottocento, vago per la casa come uno zombie con fazzolettini sparsi in ogni dove, pile di medicinali accatastati sul comodino, un deumidificatore che lento spruzza il suo vapore e che fa tanto chiesa gotica incensata appositamente per il funerale del Re, e un lento, raccapricciante soffocato ohimmena-ohi-ohi che riecheggia per tutta la casa, insomma, un lazzaretto, per la gioia di chi mi viene a trovare indossando mascherine chirurgiche protettive e improvvisando di tanto in tanto anche qualche delirante e improponibile passo di moonwalker, ma questa è un altra storia ... ^^
    Comunque, visto  l'andazzo, schivando latte e intrugli vari, tremolante sulle mie gambe mi sono preparata questa zuppa, un classico della cucina toscana, un classico della mia famiglia, calda, confortevole come un abbraccio materno, semplicemente nostrana ma soprattutto fatta con prodotti nostrani. Ora voi vi starete chiedendo: "perché si chiama zuppa lombarda se è una ricetta della cucina classica toscana?" Risposta: "no-lo-so'", quindi, ho chiesto info a mia madre la quale mi ha risposto con un sonoro: "Bo?" Ecco, infatti ....  O.O Dunque ho fatto un paio di ricerche nel web e ho trovato questo:
    "Per il vero i lombardi non sanno neppure che cos'è, perché il vero nome sarebbe: "La zuppa per i Lombardi". La storia e la nascita di questa zuppa avviene a Firenze durante gli anni della costruzione della Faentina, (1880-1893, con apertura nel 1913 della diramazione Borgo San Lorenzo-Pontassieve) una ferrovia che passando per la magnifica valle del Mugello e attraversando con numerossissime gallerie e ponti l'Appennino, dal capoluogo Toscano conduce fino a Faenza nella splendida Emilia Romagna. I minatori che lavoravano nei pressi di Firenze, alla fine dei turni (estenuanti e lunghissimi, si lavorava nelle gallerie anche dodici ore al giorno ) non trovavano facilmente trattorie aperte o pronte per mangiare. Questo nonostante i pasti fossero fatti di poche cose; pane e cipolla, baccalà, salumi, un gotto di vino. Qualcuno pensò bene di fornire un pasto caldo, pronto a tutte le ore e a buon mercato, a quei poveri minatori Lombardi: appunto."
    (fonte: lastra on line.it
    Ora, la ricetta originale prevede di strofinare la fetta di pane toscano con un pochino d'aglio, in casa mia no, quindi, se avete intenzione di cucinarla, scegliete voi come più vi aggrada. 
    L'altra settimana invece, prima di ammalarmi gravemente di "raffreddorite acuta", girando per negozi ho trovato queste carinissime zuppierine arancionissime a pochi euro in uno di quei discount per la casa dove si trova veramente di tutto, non le trovate deliziose??? Lovely!!!

    kitchen gadgets e la zuppa lombarda

    Zuppa Lombarda

    Ingredienti (x4 persone):

    • 300 gr. di fagioli cannellini secchi
    • 2 pomodori maturi
    • 3/4 foglie di salvia
    • 1 spicchio d'aglio
    • 12 fette di pane scuro toscano raffermo
    • olio/sale/pepe

    Lessare i fagioli in acqua salata con la salvia, i pomodori sbucciati e tagliati a pezzi grossi e l'aglio. Abbrustolire leggermente le fette di pane, spezzarle in 2 parti, distribuirle nelle ciotole e condirle con un filo di olio evo e una spruzzatina di pepe. Passare con il passatutto 1/3 dei fagioli lessati e rimetterli nella pentola. Versare il brodo di fagioli  bollente nelle scodelle sopra le fette di pane, aggiungere qualche fagiolo lessato e completare con altro olio evo e pepe nero macinato. Da consumare calda.

    sabato 2 ottobre 2010

    Filetto di manzo scaloppato al rosmarino con crema al gorgonzola

    filetto di manzo scaloppato al rosmarino con crema al gorgonzola


    Buon autunno a tuttiiiiiiii!!! Oggi l'aria è frizzantina nonostante un sole ancora caldo illumini questo lento, lentissimo sabato pomeriggio. Anche oggi sarò sintetica, non di certo per impegni di lavoro ma voglio uscire di casa il prima possibile, prendere la bici e raggiungere gli amici in centro storico, gustarmi un buon espresso seduta sotto i portici di borgo stretto e guardare la gente che passa, se poi ci scappa anche una o due sedute di shopping, pazienza ... ^^
    Vi lascio con questo filetto delizioso scaloppato al rosmarino e bagnato con una crema al gorgonzola, abitualmente mangio e quindi cucino poco la carne, ma appena ho visto questa ricetta su sale e pepe mi è venuta una voglia irrefrenabile, non ho resistito e ho ceduto .... 

    filetto di manzo scaloppato al gorgonzola

    Filetto di manzo scaloppato al rosmarino con crema al gorgonzola

    Ingredienti: (x4 ps.)

    • 750 gr. di filetto di manzo
    • 2 scalogni
    • 150 gr. di gorgonzola dolce
    • 5 cucchiai di panna da cucina
    • mezzo bicchiere di prosecco
    • 2 rametti di rosmarino
    • farina (qb)
    • 50 gr. di burro
    • noce moscata (qb)
    • sale/pepe

    Sbucciare gli scalogni e tritarli finemente, farli appassire in una padella antiaderente con 20 gr. di burro fuso e un pizzico di sale a fuoco basso per 15 minuti circa. Aggiungere se necessita un pochino di acqua calda per evitare che lo scalogno prenda troppo colore. Aggiungere al soffritto il prosecco e lasciare evaporare almeno per metà, quindi unire il gorgonzola tagliato a pezzetti e la panna, lasciare sciogliere il tutto a fuoco basso poi unire una spolverata abbondante di noce moscata e di pepe. Infarinare le fette di filetto e farle rosolare in una padella antiaderente con il burro rimasto e i rametti di rosmarino spostandoli di tanto in tanto per far insaporire, cuocere per qualche minuto da parte a parte. Servire la carne ben calda versandoci sopra la salsa al gorgonzola che se nel frattempo si è un pochino solidificata va fatta nuovamente riscaldare.

    filetto di manzo

    A voi tanti bacioni, buon fine settimana, divertitevi, riposatevi e per chi passa da queste parti stasera io sarò QUI!!
     Pisa 2/3 ottobre 2010
    Il Salone Storico della Leopolda, sito nelle vicinanze della stazione ferroviaria, in questi due giorni ospita i migliori laboratori artigiani della Toscana: pasticcerie, cioccolaterie, panetterie, con dimostrazioni gratuite, tanti prodotti da assaggiare e molto molto altro ancora!!! See you!!


    Con questa ricetta partecipo al contest di Elisina del blog "Le ricette di Elisina" scadenza 21 dicembre 2010!